Emergono nuovi e approfonditi dettagli sulla vicenda del cimitero di Locri e sull'interesse che, secondo gli investigatori, avrebbe avuto la famiglia Alì per come riportato nell'ordinanza dell'operazione “Riscatto 2”. Nell'aprile del 2018 uno dei componenti della famiglia Alì si sarebbe rivolto a un imprenditore che stava effettuando dei lavori di muratura su alcune tombe per conto di privati cittadini, intimandogli di non permettersi più di lavorare in quel posto e di sottrargli clienti. E gli avrebbe detto: "Non ti devi permettere di fare tombe a clienti miei, il cimitero è casa mia e non casa tua. E diglielo a questi altri quattro mastri di merda". L'edizione integrale dell'articolo è disponibile sull'edizione cartacea della Gazzetta del Sud - edizione di Reggio Calabria.