"Situazione gravissima ed inaccettabile che è purtroppo degenerata nella formale chiusura del reparto di Ortopedia dell'Ospedale di Locri". Lo afferma il sindaco di Locri Giovanni Calabrese dopo la decisione dell'Asp di rimodulare, a partire da domani, del servizio di ortopedia tra gli ospedali di Polistena e Locri con quest'ultimo aperto 12 ore al giorno e l'attività chirurgica in day surgery e chirurgica artroscopica da svolgere il martedì e giovedì. "La proposta 'tecnico - sanitaria' di chiudere il reparto di Ortopedia, che ha trovato purtroppo accoglienza con delibera dei Commissari - afferma il sindaco di Locri - porta la firma di quatto medici dell'Asp che non hanno voluto evidentemente trovare altra praticabile soluzione". Per il Sindaco di Locri, come ribadito in tutte le occasioni, è scritto in una nota, "non si risolvono i problemi dell'Ospedale chiudendo i reparti e chi pensa di scatenare una guerra tra Locri e Polistena si sbaglia: entrambe le strutture sanitarie devono essere tutelate. L'impegno del Sindaco e dell'Amministrazione comunale di Locri è finalizzato a ribadire e a rivendicare dignità per l'Ospedale della Locride". Calabrese questa mattina, a seguito della formale comunicazione della determinazione dell'Asp, prosegue la nota, "ha avuto un lungo e cordiale confronto telefonico con il prefetto di Reggio Calabria Meloni, al quale ha chiesto di sospendere l'efficacia del provvedimento in attesa dell'insediamento del nuovo Direttore Sanitario Aziendale di recente nominato. La richiesta del Sindaco è stata formalizzata con nota prot. n°22151/2019. Inoltre, il Sindaco ha ricevuto richiesta di incontro urgente da parte della segreteria confederale della Uil, sindacato che da sempre si è speso sul problema dell'Ospedale di Locri. L'incontro con il Segretario Nuccio Azzarà si terrà domani mattina al Palazzo Municipale per condividere iniziative comuni finalizzate alla revoca della sospensione dei ricoveri e delle prestazioni sanitarie nel reparto di Ortopedia". "Anche se stanchi ed esasperati per l'indifferenza manifestata dalle preposte autorità, Ministero della Salute e Regione Calabria, nei confronti di un territorio difficile e martoriato - afferma Calabrese - oggi più che mai e con maggiore convinzione e determinazione continuiamo a non arrenderci".