Sembrano essere forti le resistenze alla proposta di dichiarazione di dissesto finanziario dell'Azienda Sanitaria Provinciale. Cambiato il ministro alla Salute, il passaggio di testimone tra Giulia Grillo e speranza si è consumato da un mese oramai, la situazione di limbo in cui è stata lasciata l'azienda è rimasta tal quale. Eppure la norma che ha aperto la possibilità di dichiarare il dissesto finanziario degli enti del servizio sanitario regionale era stata inserita nel testo del “Decreto Calabria” proprio per andare incontro alla situazione di profondo caos contabile dell'Asp reggina. Non appena il decreto è diventato efficace la delibera della commissione straordinaria per tirare un ipotetico punto di separazione tra il profondo rosso che si spinge fino al 31 dicembre del 2018 e la gestione corrente. Delibera poi integrata senza alcun successivo riscontro. Adesso è pronta la seconda integrazione, perché nei primi mesi di gestione del 2019 si è verificato un ulteriore squilibrio gestionale con un'ulteriore perdita di esercizio. Il che è stato anche causato da questo stallo perché da quando i creditori hanno avuto sentore di dissesto (per loro il crac significava abbattimento del dovuto di almeno il 30% del credito vantato) hanno preso d'assalto, più di quanto già facessero, l'Asp. L'articolo nell'edizione di Reggio Calabria della Gazzetta del Sud