Non è certamente una novità che il disordine contabile e amministrativo dell'Asp di Reggio Calabria abbia provocato storture nel rapporto tra l'ente e i creditori. Accanto a liquidazioni velocissime, in alcuni casi anche duplicate e sulle quali vi sono inchieste della magistratura, c'è anche un lunghissimo elenco di creditori che deve aspettare tanto tempo per ottenere il dovuto. Un'attesa alcune volte biblica e che ha del clamoroso. Per esempio - riporta la Gazzetta del Sud in edicola - un debito dell'Asp di appena 51 euro è stato pagato dopo otto anni, stessa situazione per un piccolo debito di 32 euro sempre risalente al 2011 e pagato a marzo scorso; addirittura solo nel 2019 sono state pagate due fatture per un importo complessivamente di poco inferiore a duemila euro. In pratica l'Asp ha erogato il dovuto soltanto 13 anni dopo la firma dell'obbligazione. Questo in palese violazione delle norme che prevedono sempre più una riduzione dei tempi di erogazione delle competenze ai privati che hanno rapporti con la pubblica amministrazione. Secondo il decreto legislativo n. 192/2012 che ha recepito la direttiva comunitaria 2011/7/UE, infatti, la Pubblica Amministrazione deve ottemperare al pagamento dei propri creditori, per somministrazioni, forniture, appalti e prestazioni professionali, nel termine di 30 giorn, mentre gli enti legati al servizio sanitario nazionale entro 60 giorni, pena la sanzione degli interessi di mora, oltre il tasso Bce, con decorrenza dal primo giorno successivo alla scadenza prevista. Invece all'Asp nel corso degli anni si è assistito a una sempre maggiore dilazione dei termini con inevitabili ricadute negative sui bilanci. Se si guarda al report dei pagamenti eseguiti dei primi tre mesi del 2019 risulta che l'ente sanitario reggino ha effettuato oltre 10mila pagamenti con un ritardo ponderato in termini di giorni pari a 110. Una situazione paradossale ma che come filtra dagli uffici di Palazzo Tibi sarebbe normale per un ente che si trova nel caos contabile più totale che deriva da anni di gestione non sempre trasparente. Dove anche riuscire ad avere riscontro di una fattura data bisogna fare i salti mortali. Leggendo il lunghissimo elenco dei pagamenti effettuati tra gennaio e marzo di quest'anno ammontante a circa 82 milioni si evince comunque che la situazione è in nettissimo miglioramento con le richieste di fine 2018 e inizio 2019 evase in pochissimo tempo grazie anche all'inversione di rotta degli uffici e alla sistemazione della situazione contabile interna ma quello che pesa parecchio è il passato con fatture record che non sono state pagate e che poi hanno provocato in molti casi la nomina di commissari ad acta per pagare i creditori con conseguente aggravio di spesa per il bilancio dell’azienda sanitaria provinciale.