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Reggio, protestano le pompe funebri: bare davanti al Consiglio regionale

Decine di carri funebri, alcuni con la bara all’interno, stazionano davanti al Consiglio regionale della Calabria per la protesta degli impresari delle agenzie di onoranze funebri calabresi.

Alla base della protesta la mancata approvazione della legge di riordino del settore dopo l'abrogazione della legge 22/18, impugnata in alcune parti dalla Corte Costituzionale.

Il nuovo testo, che ha modificato le parti contestate dalla Consulta, dopo l’approvazione nelle commissioni Sanità e Bilancio del Consiglio regionale, non è stato ancora approvato dall’assemblea, nonostante sia stato inserito più volte tra i punti all’ordine del giorno.

«Ci sono alcuni politici che fanno ostruzionismo su questo nuovo testo - afferma Rocco Caliò, portavoce e rappresentante del Cosfit, Comitato spontaneo onoranze funebri italiane -. Non sappiamo e non ne capiamo il motivo. Oggi siamo solo una parte delle tante imprese funebri calabresi, ma siamo pronti a venire tutti qui davanti al Consiglio e bloccare l’intera città».

«Saremo nuovamente qui - ha proseguito Caliò - in occasione del prossimo Consiglio regionale. E non saremo solo questi. Metteremo anche in difficoltà l’ordine pubblico, se servirà. Siamo qui per chiedere una legge, per avere certezza di regole. Il testo, tranne qualche correttivo di tipo tecnico, a noi va benissimo».

«La mancata regolamentazione - lamenta un altro impresario - sta consentendo il caos, con concorrenza sleale e confusione nel settore. Basti pensare che a Crotone, che ha 70mila abitanti, dovrebbero essere operative 5-6 imprese funebri. Ce ne sono, invece, 14. Prima le autorizzazioni le rilasciavano le Questure, in presenza di requisiti e condizioni molto rigide, adesso con le licenze comunali c'è molta più concorrenza, a discapito della qualità e della affidabilità di questo servizio».

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