Reggio

Domenica 28 Aprile 2024

Legalità a Reggio, 279 beni confiscati potranno essere utilizzati per fini sociali

Prefettura di Reggio Calabria

Sono complessivamente 279 i beni confiscati alla criminalità organizzata che nel territorio della Città metropolitana di Reggio Calabria potranno essere utilizzati e destinati per fini sociali, secondo quanto stabilisce il Codice Antimafia. Stamane, nella Prefettura reggina, si è svolta la Conferenza dei servizi, in base a quanto previsto da un’intesa firmata dal prefetto Massimo Mariani e dal direttore dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, prefetto Bruno Rattasi. All’incontro, insieme ai rappresentanti degli enti locali, hanno partecipato i vertici delle forze dell’ordine e della magistratura reggina. I beni utilizzabili, 155 terreni, un locale commerciale, tre fabbricati, 24 box magazzino e 44 abitazioni, saranno destinati al Comune di Reggio Calabria ed a 26 centri ricadenti nel territorio della Città metropolitana. «Quella di oggi - ha detto il prefetto Rattasi - è stata una Conferenza decisoria e istruttoria. E' importante dire una cosa: la Conferenza dei servizi è uno strumento tecnico inserito e sedimentato nel nostro ordinamento per accelerare e semplificare l'azione amministrativa. Con queste riunioni si riducono i tempi, che altrimenti porterebbero ad un’interlocuzione infinita. Un momento conclusivo attraverso il quale abbiamo decisioni concrete da mettere in campo. Il fine ultimo dell’assegnazione, quello della fruizione e del rispetto della funzione sociale del bene, passa attraverso la coesione di intenti tra i diversi attori, anche esprimendosi criticamente, ma per arrivare tutti insieme ad un risultato che, penso, sia nell’interesse di tutti». Secondo il prefetto Mariani, «l'assegnazione dei beni ha rappresentato un importante momento di confronto con il territorio e, soprattutto, di coesione tra varie componenti istituzionali. Parliamo della destinazione di 279 beni per restituire al territorio ciò che gli era stato tolto. Si tratta di un passaggio importante, ma, per adesso, soltanto di un passaggio, perché l’effettivo punto di arrivo sarà il pieno utilizzo di questi beni».

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