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Viaggio nelle opere pubbliche in Calabria, a Palmi quarant'anni di disastri

È una strada disseminata di disastri quella della politica urbanistica palmese degli ultimi quarant'anni. Una strada costellata di eterne incompiute, parcelle salatissime per opere pubbliche che non hanno mai visto la luce; finanziamenti persi, nella migliore delle ipotesi, per insipienza.

Errori per i quali la città ha già pagato e continuerà a pagare un prezzo salatissimo, anche alla luce della difficile situazione economico-finanziaria che sta attraversando il comune, che viaggia spedito verso il dissesto. Una crisi che non permetterà nei prossimi anni di investire per fare cambiare passo alla città e offrire quei servizi e opere necessarie per lo sviluppo cittadino.

Il sindaco Giuseppe Ranuccio è molto contrariato per questa difficile situazione e amareggiato per tutti quei «treni passati - dichiara - anche nel recente passato e che abbiamo perso irrimediabilmente».

Questo nostro viaggio tra i disastri lasciati in eredità da diverse amministrazioni comunali alla città non può che partire da quel cartello “lavori in corso” attaccato a una inferriata di protezione del cantiere di fronte alla Casa della cultura. Sì, perché quel cantiere è stato aperto a metà degli anni '70 del secolo scorso. Moltissimi palmesi sono cresciuti domandando ai propri genitori cosa stessero facendo in quell'area dove campeggiava solo una gradinata e nulla più.

Ebbene, in quell'area era stata progettata la costruzione di un palazzetto dello sport per il quale erano stati stanziati 4 miliardi delle vecchie lire. Nel 1980 i lavori si bloccarono per riprendere solo nel 2015. Intanto, i soldi stanziati non bastavano più per concludere l'opera e si decise, mettendoci un altro milione di euro, di cambiare il progetto e realizzare un complesso di campi di tennis al coperto. Negli ultimi anni la copertura è andata “perduta” e i palmesi attendono dopo quarant'anni, perlomeno, di vedere i tre campi di tennis.

"Rischiamo il dissesto, ormai non è più un mistero - ha aggiunto il primo cittadino - e dover prendere atto che anche nel recente passato abbiamo persi diversi finanziamenti che avrebbero potuto dare opere importanti per la città mi fa arrabbiare. La loro mancata realizzazione è un grave danno per tutti, soprattutto adesso che non abbiamo fondi da investire. Perdere 400 mila euro per la realizzazione della strada Buffari è un danno enorme per la città. E sto facendo solo un esempio».

Quella di Buffari è una strada di campagna che collega la stazione con Villa Repaci, l'ultima dimora dello scrittore palmese. L'ente aveva ottenuto un finanziamento di 400 mila euro per il rifacimento e per valorizzare la villa. Soldi andati persi, così come presto andranno persi anche quelli del Piano di recupero urbano del quartiere Pille: del finanziamento di 5 milioni ne restano la metà e con quelli spesi non si è fatto quasi niente, se non pagare un milione e 300 mila euro al progettista.

Altra opera è il Museo del pescatore di Tonnara di Palmi. Un'opera da 500 mila euro, sulla quale ci sarebbe già molto da discutere sulla reale utilità, ma comunque ancora non è stata mai aperta per problemi statici.

Un altro capitolo, non meno scandaloso, è quello che riguarda gli espropri fatti male per la costruzione di opere pubbliche. Nei mesi scorsi due sentenze hanno condannato il Comune a pagare la cifra monstre di 7 milioni di euro ad alcuni privati.

«Le recenti sentenze - ha concluso il sindaco Ranuccio - che condannano il Comune a pagare più di 7 milioni di euro rappresentano un fatto gravissimo. Solo per fare capire di cosa sto parlando: per un campo da rugby che non è stato mai usato appieno abbiamo speso 8 milioni di euro (2 più 6 per la condanna dell'esproprio, ndr) mentre un altro milione lo paghiamo per un centro socioculturale del quale dopo anni abbiamo solo il rustico. Naturalmente abbiamo tutto alla magistratura contabile per fare i dovuti accertamenti».

La lista è ancora lunga, ma servirebbe un libro per farci entrare tutto.

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