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Assalto armato ad un portavalori con divise della polizia, 5 arresti a Reggio Calabria

La squadra mobile di Reggio Calabria ha arrestato 5 persone accusate di avere fatto parte di un commando che ha tentato una rapina, nel settembre scorso a Reggio, ai danni di un furgone portavalori.

Il gruppo era armato e intendeva utilizzare divise della polizia e tute da operatori addetti alla raccolta di rifiuti.

Secondo la ricostruzione, due degli indagati, Pietro Cristian Scaramozzino e Oberto Alessandro Mirandoli, con divise ordinarie della polizia e giubbotti antiproiettile portati sotto la giacca, erano giunti a piedi nei pressi del centro commerciale, iniziando a percorrere più volte il perimetro esterno del complesso.

Negli stessi minuti, a bordo di un’auto rubata e sulla quale era stata messa una targa pure rubata, giunsero due complici che, a loro volta, indossavano tute di colore arancione, dello stesso tipo di quelle utilizzate dagli operatori della nettezza urbana, addetti alla pulizia delle strade.

I due, identificati in Claudio Amato e Marco Venuti, indossavano, sotto le tute, dei giubbotti antiproiettile ed erano armati di una pistola e di un fucile a pompa nascosti all’interno di un bidone per la raccolta dei rifiuti che, dotato di rotelle, portavano con loro, unitamente a una scopa e a una paletta.

I quattro, immortalati dalle telecamere mentre parlavano tra di loro, erano rimasti per circa un’ora e mezza (dalle 7,30 alle 9,) nelle immediate vicinanze del centro commerciale, nel punto in cui sarebbe giunto, da lì a poco, il furgone portavalori. Il disegno criminale degli indagati è stato quindi sventato solo grazie alla segnalazione degli agenti di scorta e all’arrivo in zona degli agenti delle Volanti, alla cui vista la banda, decise di dileguarsi.

Nelle fasi della fuga, Amato e Venuti avrebbero potuto contare sull'apporto dell’altro arrestato, Domenico Condello, che attendeva i complici poco distante fornendo loro la sua autovettura per consentire loro di allontanarsi. Gli arrestati erano già noti agli inquirenti per altri reati. Claudio Amato, in particolare, era già ai domiciliari per spaccio di droga

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