Nel 1743 esplose a Reggio una devastante epidemia di peste. Il morbo allora arrivò da Messina a bordo di un bastimento carico di granaglie e in tre anni mieté migliaia di vittime. A fronte di centinaia di disperati che cercavano di sopravvivere e di uomini che, dentro e fuori le istituzioni laiche e religiose, si spesero per far fronte all'emergenza, le cronache dell'epoca registrano il comportamento omissivo quando non addirittura complice di chi aveva precise responsabilità pubbliche.
A 270 anni di distanza il dubbio principale è se una prossima epidemia partirà da Arghillà o da Ciccarello. Perché l'emergenza è già in atto sotto i nostri occhi e sotto i nostri piedi.
L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud, edizione di Reggio
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