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Usura ed estorsione a Locri, al via il processo al clan Cordì: in 22 alla sbarra

Inizia questa mattina l’udienza preliminare nei confronti dei 22 indagati nell’operazione denominata “Riscatto-Mille e una notte”, per i quali la Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria ha già chiesto il rinvio a giudizio.

L’inchiesta - riporta la Gazzetta del Sud in edicola - concentra gli esiti di due indagini, “Riscatto” dei carabinieri, e “Mille e una notte” della guardia di finanza, eseguite a conclusione delle indagini coordinate dal procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo e dai sostituti procuratori Giovanni Calamita e Diego Capece Minutolo, che hanno permesso di ricostruire l’attuale operatività di gruppi criminali facenti capo alla storica cosca locrese dei “Cordì”, ai cui partecipi vengono contestati, a vario titolo, i reati di associazione di tipo mafioso, estorsione, danneggiamento seguito da incendio, illecita concorrenza con minaccia o violenza, trasferimento fraudolento di valori, detenzione e porto in luogo pubblico di armi, con l’aggravante di aver agito per favorire gli interessi della ‘ndrangheta nella sua articolazione territoriale nota appunto come cosca Cordì.

Nel corso delle indagini è emerso l’interesse delle consorterie locresi nella gestione del cimitero, nonché la pervasività degli uomini dei clan sugli appalti pubblici, nei queli le ‘ndrine, secondo un sistema collaudato, pretendevano una tangente del 3% del valore dell’opera in corso di realizzazione.

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