C'è chi andava a spasso e chi a giocare allo slot machine; chi a fare la spesa e chi invece si dava malato e se ne andava al mare. Altro che ufficio pubblico, il poliambulatorio di Taurianova, nella descrizione degli inquirenti, assomigliava di più a un porto di mare: dipendenti che entravano e uscivano a proprio piacimento, un sistema che si sarebbe fondato su un controllo praticamente inesistente: tanto poi alla fine pagava lo Stato e lo Stato è un “padrone” che può essere gabbato.
Nell'inchiesta condotta dalla guardia di finanza, sul poliambulatorio di Taurianova, sono rimaste coinvolte 38 persone: 13 destinatarie di una misura personale dell'obbligo di firma alla polizia giudiziaria e i restanti 25 indagati a piede libero. Tutte sono accusate di avere alimentato, con diversi gradi di responsabilità, un vasto sistema di assenteismo all'interno degli uffici sanitari taurianovesi.
Nella seconda fase dell'inchiesta, quella fondata sulle intercettazioni, gli inquirenti danno un quadro chiaro di come intendevano il lavoro da molti dipendenti. Su uno di loro focalizzano l'attenzione i finanzieri: «Emblematiche - si legge nell'ordinanza - sono le conversazioni captate sull'utenza di Domenico Giuseppe Pedullà. Nel dialogo… Petullà parlava con la propria moglie… del controllo effettuato dalla guardia di finanza e quest'ultima lo richiamava invitandolo a non parlare al telefono: «Non ti scassare la lingua».
Nel prosieguo delle indagini, gli inquirenti intercettano Pedullà, che secondo le celle telefoniche si trovava a Gioiosa Ionica, contattare «il proprio medico di famiglia per chiedere un certificato che attestasse una malattia. In sostanza il dipendente aveva necessità di ottenere un certificato medico per usufruire di qualche giorno lontano dal lavoro, preferendo recarsi in spiaggia. A tal fine, contattava lo studio del proprio medico di famiglia e ordinava alla segretario il certificato da redigere».
La segretaria, che in quel momento si trovava ad un matrimonio, lo avrebbe invitato a chiamarla il giorno dopo «che lo facciamo con la data di oggi» lo tranquillizza. «Subito dopo - appuntano gli investigatori - nel corso nella conversazione con Luigi Scaramozzino lo informava che stava per andare al mare». Il giorno dopo, Petullà avrebbe ricontattato la segretaria dello studio medico suggerendole «di indicare come diagnosi ipertensione…».
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