«La droga mi veniva consegnata da Gianni Morabito di Africo che veniva coadiuvato dai due suoi cugini, Salvo e Peppe. La droga mi veniva portata a casa, io stavo ancora a Mili Marina. Venivano senza preavviso e portavano sia cocaina che marijuana in quantitativi elevati. Io ho ancora i biglietti nei quali registravo la consegna della droga da parte dei calabresi… C'è un ragazzo che fa da corriere a cui danno 1000 euro per il trasporto che con una macchina particolare passa tre chili di droga che in genere viene nascosta nel cruscotto che viene appositamente sollevato. A volte di trattava di una BMW grigia in genere condotta dai cugini di Giovanni Morabito». Si tratto di uno stralcio delle dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Giuseppe Selvaggio il 28 marzo 2019 agli inquirenti e che si trova nell'ordinanza denominata “Scipione” emessa dal Gip di Messina su richiesta della Procura Distrettuale della città dello Stretto, nei confronti di 19 persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei delitti di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione e porto illegale di armi, nonché reati contro il patrimonio. L'indagine avviata dal Nucleo investigativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Messina a seguito di un attentato contro due soggetti avvenuto il 27 settembre 2016 nella città peloritana ha portato all'individuazione di un traffico di sostanze stupefacenti tra Africo e Sicilia. Giuseppe Selvaggio, 51 anni, originario di Messina, tratto in arresto nell'ambito di un'altra indagine per il reato di usura, ha deciso di avviare un rapporto di collaborazione con la giustizia ammettendo il proprio coinvolgimento nel traffico di stupefacenti. Nel corso del successivo interrogatorio reso l'11 aprile 2019 il 51enne Selvaggio precisava l'origine dei suoi rapporti con Giovanni Morabito, individuato dagli inquirenti nel il 38enne indagato, residente ad Africo: «Nel corso del primo incontro concordammo con i calabresi le modalità di consegna dello stupefacente e di pagamento. I fornitori calabresi, ossia il Giovanni Morabito di cui ho detto prima, venivano il mercoledì a ritirare il denaro. Le partite di stupefacente, in particolare cocaina, erano di circa 3 chilogrammi a settimana». Su domanda degli investigatori il collaboratore ha aggiunto: «I calabresi che ho indicato mi rifornivano anche di marijuana. In una occasione mi hanno consegnato 65 kg di marijuana e 3 kg di cocaina. Non ricordo esattamente l'anno ma si era in prossimità delle festività natalizie. Io non avevo fatto alcun ordine. In quel periodo abitavo ancora a Mili Marina ma mi stavo per trasferire a Santa Lucia Sopra Contesse. I calabresi, invece, ogni mercoledì alle 17 venivano a riscuotere il denaro. Non avevamo contatti telefonici con loro. Se c'era bisogno di comunicare qualcosa di urgente, andava (omissis) personalmente in Calabria, ad Africo, a parlargli».