«Ho appena emanato l’ordinanza che dispone la 'chiusura' del Comune di Montebello Jonico». Lo rende noto il presidente della Regione Calabria, Jole Santelli. Nei giorni scorsi nel centro del Reggino, era deceduto un dipendente comunale affetto da coronavirus e lo stesso sindaco ha reso noto di essere risultato positivo.
«Una misura che si è resa necessaria - continua Santelli - a seguito del numero di casi di positività al Coronavirus registrati fra ieri e oggi. L’ordinanza prevede il divieto di allontanamento dal territorio comunale da parte di tutti gli individui presenti, il divieto di accesso nel territorio comunale, la sospensione delle attività degli uffici pubblici. Viene, comunque, garantita l’erogazione dei servizi essenziali e di pubblica utilità".
"Potranno varcare i confini comunali gli operatori sanitari e socio-sanitari - precisa il presidente della Regione - il personale impegnato nelle attività collegate all’emergenza, gli esercenti che hanno attività consentite sul territorio e quelle strettamente strumentali ma tutti avranno l’obbligo di utilizzo di dispositivi di protezione individuale. L’ordinanza - conclude - consente il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza».
«Abbiate fiducia». Il sindaco di Montebello Ionico, Ugo Suraci, ricoverato nella città dello stretto dopo essere risultato positivo al Covid 19, in un video trasmesso dal Tg3 Calabria invia un messaggio di speranza. «Io sto bene - dice - e presto tornerò dalla mia famiglia e dalla mia comunità. Invito tutti ad osservare con forza e determinazione le regole impartite ai vari livelli, perchè solo così fermeremo il virus. Insieme possiamo farlo, forza».
La Prefettura di Reggio Calabria sta adottando tutti i necessari provvedimenti per cinturare ogni via di accesso a Montebello Jonico e le sue frazioni Saline Joniche, Fossato e Masella, la contrada nella quale risiedeva l’ex dipendente comunale Domenico Crea deceduto per le complicazioni da coronavirus.
La sede del Comune della fascia jonica reggina, che fonti vicine alla Prefettura definiscono «la Codogno della Calabria», è in collina, a quasi cinquecento metri sul mare. Vi si arriva dalla statale 106 jonica dopo decine di secchi tornanti a picco sul torrente 'Vena'. «E' partito tutto da lì purtroppo», racconta all’ANSA una delle persone impegnate nell’organizzazione del blocco della mobilità, «da quando un commerciante ed autotrasportatore di animali proveniente dall’Emilia Romagna, si è recato negli uffici comunali per una pratica amministrativa. Stiamo parlando delle prime giornate di marzo, quando ancora non era piena la consapevolezza di cosa potesse accadere, ed è drammaticamente accaduto, prima con il ricovero in terapia intensiva al Grande ospedale Metropolitano di Reggio Calabria del paziente zero, poi con la scomparsa di Domenico Crea, e successivamente con la contaminazione del sindaco Ugo Suraci, ed altri casi sono ormai conclamati, a partire da quanti hanno avuto accesso agli uffici dell’ente a Montebello Jonico, anche residente in altre contrade».
Non si fanno ipotesi sui tempi ma la prontezza dei mezzi di intervento per scongiurare l’ampliamento del contagio, spiegano, è stata rapida e affidata alle forze dell’ordine ed alla Protezione civile. «A Montebello Jonico è necessario - si aggiunge - spegnere nel più breve tempo possibile quello che appare ormai un inequivocabile focolaio. Non vi è dubbio che bisogna anche approntare altrettanto efficacemente, come a Codogno, ogni azione capace di alleviare i disagi, soprattutto degli anziani e di affetti da patologie extra Covid-19, assicurando l’ordinaria fornitura di farmaci e di generi alimentari aiutando così la popolazione a rimanere in casa fino all’esclusione di ogni dubbio di ulteriori contagi. E tempo ce ne vorrà».
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