Ore di preoccupazione ieri al porto di Gioia Tauro per l'arrivo della nave “Costa Diadema” diretta a Civitavecchia con 65 casi positivi al Covid-19 a bordo. La nave ha atteso in rada che una pilotina facesse salire a bordo un medico ma, dopo aver rinunciato alla “libera pratica” - che era stata negata dalla Capitaneria - ha ripreso il largo senza il medico. Intanto, bocciata dalla presidente Santelli l'ipotesi di una nave-ospedale galleggiante da ormeggiare al porto di Gioia Tauro, nonostante l'ok dell'armatore Aponte alla richiesta del sindaco Aldo Alessio, l'ospedale “Giovanni XXIII” è lontano dall'essere utilizzato come centro Covid-19, così come era stato deciso dal piano d'emergenza regionale, per mancanza delle strumentazioni necessarie. Dunque, salvo novità, ad oggi il capoluogo della Piana si trova nel bel mezzo di un paradosso che non fa altro che aumentare la preoccupazione fra residenti e amministratori: il nosocomio gioiese sembra destinato ad un ulteriore ridimensionamento, almeno secondo quanto denunciato dal primo cittadino che parla addirittura di una possibile chiusura del Pronto Soccorso. L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud, edizione di Reggio