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Cocaina sequestrata al figlio del boss di Gioia Tauro, si cercano i canali di rifornimento

Che la mezza tonnellata di cocaina provenisse dal Sud America ci sono pochi dubbi, che sia passata attraverso il porto di Gioia Tauro ancora meno. Quando sia arrivata e dove fosse destinata sono punti un po' più oscuri, che fanno parte del mosaico al quale lavorano la Dda di Reggio e la Procura di Palmi dopo il maxisequestro di droga in un capannone e sotto un terreno appartenenti a Rocco Molè, 25 anni, arrestato dagli uomini della Squadra mobile di Reggio Calabria coadiuvati dai colleghi del Commissariato di Gioia Tauro.

L'operazione ha visto la perquisizione del capannone e dei terreni - in località Sovereto di Gioia Tauro - nella disponibilità del figlio dell'ergastolano Girolamo, 59 anni, considerato a capo dell'omonima famiglia di 'ndrangheta. Sequestrati complessivamente 537 kg di coca e 24 di marijuana non a un personaggio qualunque, ma un rampollo di una famiglia che nella Piana ha fatto la storia della criminalità. E non a caso sono arrivate per gli inquirenti le congratulazioni del ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese.

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