Per fortuna Gioia Tauro, ad oggi, ha registrato un solo caso di coronavirus, peraltro un residente rientrato dal Nord che si è subito messo in quarantena, ma se la trasmissione dei contagi avesse seguito il trend di altre realtà più colpite, dopo quanto accaduto tra venerdì scorso e ieri mattina, i gioiesi avrebbero sicuramente rischiato... l'estinzione. Centinaia le persone hanno preso d'assalto simultaneamente gli uffici comunali, in un'assurda corsa ad accaparrarsi i buoni spesa assegnati dall'ordinanza di Protezione Civile ed erogati dal Comune. Centinaia di persone incuranti dei rischi e delle disposizioni restrittive. Altro che evitare gli assembramenti! Il via vai davanti al palazzo comunale è stato ieri un vero e proprio momento di follia collettiva, si spera senza conseguenze, sedato solo in tarda mattinata con l'ausilio dei volontari della Prociv, muniti di megafono; del comitato di Croce Rossa e, soprattutto, con l'arrivo di una pattuglia dei Carabinieri della locale Compagnia, guidata dal capitano Gabriele Lombardo che ha ripristinato l'ordine. Sul posto anche il sindaco Aldo Alessio e la consigliera Sabina Ventini. Proprio al primo cittadino abbiamo chiesto come sia stato possibile il verificarsi di quella ressa a più ondate: la prima con la comunità “rom” della Ciambra e via via con tutti gli altri beneficiari (addirittura sembra che qualcuno sia arrivato anche da fuori città), al punto che è stato necessario fornire i bigliettini elimina coda. Certo, fa riflettere, perché rispecchia l'entità della crisi, l'elevato numero di persone in fila per i voucher, anche appartenenti al cosiddetto ceto medio. «Abbiamo telefonato a scaglioni per comunicare la possibilità di ritirare il buono - ha spiegato Alessio - purtroppo però c'è stato un inevitabile passaparola e sono arrivati tutti in una volta; sono stati loro stessi a creare la confusione». L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud, edizione di Reggio