Condanne per un totale di 1800 anni di carcere sono stati chiesti dai magistrati della Procura Distrettuale antimafia di Reggio Calabria all'esito della requisitoria del maxiprocesso “Mandamento Ionico” che si definisce con il rito ordinario per 163 imputati. Nella richiesta depositata all'udienza di ieri, firmata dal Procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo e dai sostituti procuratori Diego Capece Minutolo, Giovanni Calamita e Francesco Tedesco, si è chiesta la condanna per 122 imputati, 6 sono le assoluzioni piene, mentre 35 sono le richieste di non doversi procedere per intervenuta prescrizione dei reati contestati, in alcuni casi «previa esclusione della contestata aggravante». Le pene richieste dai pm della Dda vanno da un minimo di 3 anni ad un massimo di 30 anni di reclusione. Nel maxiprocesso “Mandamento Ionico” la Procura antimafia reggina contesta reati che vanno dalla partecipazione all'associazione mafiosa “unitaria” denominata 'ndrangheta, alla detenzione illegale di munizioni ed armi comuni da sparo e da guerra rese clandestine, turbativa d'asta, illecita concorrenza con violenza e minaccia, fittizia intestazione di beni, riciclaggio, truffa e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e numerosi altri delitti collegati, tutti aggravati dalla finalità di agevolare l'attività della predetta associazione mafiosa, ed altro. La maxi indagine è stata coordinata dalla Procura Distrettuale reggina e costituisce l'esito di un articolato impegno investigativo condotto, in contemporanea, dai carabinieri dei ROS, del Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria e dal Gruppo Territoriale di Locri. L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud, edizione di Reggio