"Io non credo ai complessi di inferiorità, io credo che i meridionali in molti casi siano inferiori". È l'ennesima caduta di stile del direttore di Libero, Vittorio Feltri, a scuotere il web nelle ultime ore. Un'espressione nemmeno troppo velatamente razzista che ha indignato il sindaco di Cinquefrondi, Michele Conia, autore di una denuncia a carico del giornalista lombardo. “La Giunta Comunale di Cinquefrondi con delibera n° 32 del 22 Aprile 2020 ha dato l’Autorizzazione al Sindaco alla presentazione di denuncia-querela verso il giornalista Vittorio Feltri per le dichiarazioni ingiuriose e razziste nei confronti dei cittadini Cinquefrondesi in quanto meridionali”, fa sapere l’Amministrazione di Cinquefrondi. “Premesso che, da tempo, il direttore del quotidiano “Libero”, Vittorio Feltri, ha più volte, con articoli, editoriali e dichiarazioni pubbliche, ingiuriato e offeso i cittadini meridionali, istigando l’odio razziale dei settentrionali nei confronti dei meridionali con frasi quali ad es. ” Comandano i terroni”, “Riaprire perché al Nord non si suona il mandolino, si vuole lavorare, lasciamo a Conte il suo zoo di terroni ostili al Nord che li mantiene tutti”, “fate attenzione, manutengoli ingordi del Sud, a non tirare troppo la corda, poiché correte il pericolo di rompere il giochino che finora vi ha consentito di ciucciare tanti quattrini dalle nostre tasche di instancabili lavoratori - si legge nella delibera - Noi senza di voi campiamo alla grande, voi senza di noi andate a ramengo. Datevi una regolata o farete una brutta fine, per altro meritata”. “Dato atto che le suddette dichiarazioni ledono i principi fondamentali della Costituzione italiana accentuati dai mezzi di comunicazione utilizzati, alimentando, in tal modo, tensione e odio in un momento in cui l’Italia sta affrontando la grave crisi epidemiologica determinata dal Covid-19, sostenendo, inoltre, vecchi luoghi comuni di Lombrosiana memoria e calpestando la dignità di tutto il popolo meridionale che si è sempre contraddistinto per la laboriosità e per lo spirito di sacrifico nell’allontanarsi dalla propria terra e portare le nostre tante ” eccellenze” al Nord”, si legge.