Il tribunale di Palmi ha condannato a 12 anni di reclusione per associazione mafiosa l’imprenditore Alfonso Annunziata, assolto invece dall’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla commercializzazione di merce contraffatta. Assolti da tutte le accuse tutti gli altri dieci imputati. Il processo è scaturito dall’operazione Bucefalo, condotta dalla Guardia di Finanza e coordinata dalla Dda di Reggio Calabria nel maggio 2018. Secondo l’accusa l’imprenditore, di origini campane ma stabilitosi a Gioia Tauro dalla fine degli anni '80, è intraneo alla cosca di 'ndrangheta Piromalli. Dal commercio ambulante di abbigliamento nei mercati rionali, Annunziata a metà degli anni '80 ha aperto un negozio nel centro cittadino di Gioia Tauro, per poi dar vita - col sostegno della cosca secondo l’accusa sostenuta dal pm della Dda di Reggio Calabria Roberto Di Palma che aveva invocato la condanna a 17 anni - al «Centro commerciale Annunziata», il più grande della Calabria. Il tribunale ha confiscato tutti i beni di Annunziata, dissequestrati quelli di tutti gli altri imputati.