Dopo i durissimi colpi inflitti alla criminalità attraverso le continue inchieste, il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, è sempre al centro delle attenzioni delle 'ndrine. Stavolta su fatti che risalgono a quattro anni fa.
Sulla minaccia che grava sul magistrato antimafia è intervenuto il collaboratore di giustizia Maurizio Maviglia nel corso dell'udienza del maxiprocesso “Banco Nuovo-Cumps” che si sta svolgendo davanti al Tribunale di Locri contro alcuni esponenti delle 'ndrine operanti tra Africo e Bruzzano Zeffirio. Dopo una lunga udienza dedicata al controesame delle difese, il 41enne Maviglia, originario di Africo, soprannominato “Lupin”, ha chiesto di poter rendere delle dichiarazioni spontanee alla presenza del proprio difensore, l'avvocatessa Maria Claudia Conidi.
Così ha iniziato a raccontare che nel 2016 aveva chiesto di poter riferire ai magistrati di Salerno e di Messina sulla volontà di progettare un attentato contro il giudice Gratteri e su alcuni particolari relativi alla minaccia al figlio del magistrato avvenuta a Messina: quest'ultimo episodio è avvenuto proprio nel gennaio del 2016. Allora due persone incappucciate avevano suonato al campanello dell'abitazione dove abitava il figlio del dottor Gratteri. Nell'immediatezza il Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica aveva posto sotto tutela il giovane, rafforzando la scorta al magistrato.
Proprio negli ultimi giorni il Procuratore Gratteri ha ricevuto una nuova lettera di minacce con il piano che sarebbe stato ideato dai clan del vibonese, quelli maggiormente colpiti dall'operazione “Rinascita Scott”, che sta approdando all'udienza preliminare e che tanto scalpore ha suscitato dal momento dell'esecuzione anche perché sono risultati coinvolti alcuni colletti bianchi, noti professionisti e politici di lungo corso.
Partendo da questi ultimi dati Maurizio Maviglia, che da alcuni anni ha “saltato il fosso” per raccontare i segreti delle più potenti 'ndrine della Locride, ha rappresentato al Tribunale di piazza Fortugno quanto avvenuto quattro anni fa. Allora Maviglia aveva fatto richiesta di poter parlare con i giudici della Procura di Messina, competenti per la vicenda dell'intimidazione al figlio del dottore Gratteri, e con i giudici della Procura di Salerno, senza ricevere alcuna risposta.
Il sostituto procuratore Diego Capece Minutolo della Dda reggina ha preso nota delle affermazioni del collaboratore e il presidente del Collegio, il giudice Fulvio Accurso, ha inviato lo stralcio del verbale ai magistrati competenti.
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