Un proiettile per il giudice Tommasina Cotroneo, il presidente della sezione Gip-Gup del Tribunale di Reggio Calabria. L’allarme è scattato ieri sera qualche minuto prima delle 20. In via Santa Caterina, importante arteria quasi nel cuore di Reggio Calabria, i poliziotti del servizio di tutela del magistrato durante una normale perlustrazione hanno notato qualcosa di “strano” nell’androne del palazzo dove vive la presidente Cotroneo. E quel “qualcosa di strano“ si è poi materializzato in un messaggio inquietante inviato a uno dei magistrati in trincea nella lotta alla ’ndrangheta.
Nell’androne di casa - ricostruisce la Gazzetta del Sud in edicola -, infatti, gli agenti della polizia hanno scoperto un proiettile di fucile già esploso e una fotografia della stessa Tommasina Cotroneo con una croce disegnata. Messaggio chiaro, che non aveva bisogno di nessuna altra parola.
È il secondo “avvertimento” di stampo ’ndranghetistico che riceve il magistrato. Quasi due anni fa, sempre d’estate, il capo dei giudici per le indagini preliminari era stato oggetto di altre “attenzioni” pericolose: quattro proiettili erano stati messi in bella mostra sul parabrezza dell’auto di Tommasina Cotroneo. La notizia era rimasta nascosta ma ieri sera è tornata d’attualità “richiamata” da questa nuova.
«Mi sento serena perché il lavoro l’ho sempre svolto nella mia terra con grande passione, amore, assoluta dedizione e altissimo senso del dovere e del sacrificio». È il commento della Cotroneo dopo le minacce subite. «Continuerò a lavorare - ha aggiunto il presidente Cotroneo - con la stessa serenità di sempre, con lo stesso rigore e soggetta solo e soltanto alla legge e alla Costituzione. Non arretrerò perché la toga è la mia pelle quindi non posso cambiare. Chiaro che ci sono turbamenti, ma sono i turbamenti dell’immediatezza. Poi si va avanti come sempre ho fatto. Io e i giudici del mio ufficio stiamo lavorando per l’affermazione della legalità e lo stiamo facendo con serenità, equilibrio, imparzialità e rigore nell’applicazione della legge».
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