Il mercato del narcotraffico consente profitti ingenti. Lo conferma anche l'esito dell'indagine “Koleos” eseguita mercoledì scorso dagli agenti del Commissariato di Polizia di Siderno e della Squadra mobile, coordinati dal procuratore Giovanni Bombardieri. Nel dicembre del 2015, infatti, gli inquirenti seguono passo passo i coniugi Domenico Pellegrino e Maria Filastro, che insieme a Giovanna Laganà, tutti indagati, sono in viaggio in Puglia. Al rientro si registra una conversazione in cui «è lo stesso Pellegrino - si legge nell'ordinanza del gip reggino - a indicare l'esatto ammontare del denaro raccolto a seguito della cessione di cocaina in Puglia: 340.000 euro». Il viaggio in questione, per come monitorato dagli inquirenti, è avvenuto il 18 dicembre del 2015. In quella data: «I coniugi Pellegrino e Giovanna Laganà raggiungono la via Giuseppe Panini del comune di Taranto. Ivi giunti il Pellegrino si occupava della consegna dello stupefacente e del ritiro del denaro. (...) A maggior riprova che si tratti di semplici corrieri, e stante l'impossibilità di contare sul posto le banconote così correndo il rischio di essere visti, decidono di sigillare le mazzette di soldi con nastro isolante alla presenza degli acquirenti. Così facendo avrebbero scongiurato il rischio che i gestori delle transazioni - che si vedrà sono i fratelli Giorgi — avrebbero loro imputato eventuali ammanchi di denaro, ciò dimostra come i tre operino per conto di terzi». Attraverso il localizzatore Gps gli investigatori ritengono che l'autovettura giunga poi in un altro punto di Taranto «e anche in quest'occasione i tre si muovono come da copione: le due donne restano in macchina ad attendere l'arrivo del Pellegrino che, medio tempore, era sceso dall'auto per consegnare lo stupefacente e ricevere la relativa contropartita economica». L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud, edizione di Reggio