L'Azienda Sanitaria provinciale di Reggio è costretta a rincorrere ad armi impari la diffusione del virus. Quello che sta succedendo nelle ultime settimane ha evidenziato da un lato la forte carenza di personale che possa garantire la prevenzione, ma al tempo stesso la presenza di comportamenti scorretti che hanno di fatto amplificato la diffusione del virus sul territorio. Ogni giorno ci sono oltre cento contagiati e tanti altri sono in attesa di certificazione, alcuni pare che nascondino anche di avere avuto contatti con persone “positive” e poi c'è un vero e proprio esercito di soggetti contagiati scoperti con i tamponi eseguiti in strutture private ma che devono essere certificati dall'Asp. Insomma più che un'epidemia nel territorio metropolitano il virus è ormai fuori controllo e si può considerare proprio una vera e propria pandemia. L'Azienda Sanitaria ha pochissimo personale, non riesce a trovare anestesisti, ha pubblicato una serie di bandi per medici igienisti, per operatori socio sanitari. Adesso sono partite ulteriori procedure per soli titoli per tecnici di laboratorio. Si cerca di fare in fretta ma il problema sta proprio nelle procedure di assunzione del personale. Una situazione di rallentamento che è inevitabile vista la debole struttura dell'Asp tanto che sul caso ha acceso i fari la Procura della Repubblica di Reggio Calabria che ha avviato un'indagine sul mancato tracciamento dei pazienti positivi al Covid da parte dell'Azienda sanitaria provinciale. Il fascicolo, una sorta di indagine conoscitiva, è stato aperto circa un mese fa dal procuratore Giovanni Bombardieri e dall'aggiunto Gerardo Dominijanni. L'indagine, di iniziativa della Procura della Repubblica, riguarda anche i ritardi nell'espletamento dei tamponi e del rilascio dei risultati. Al momento non ci sono indagati. L'edizione integrale dell'articolo è disponibile sull'edizione cartacea della Gazzetta del Sud - edizione di Reggio.