Truffavano, svuotando le tasche di una serie di ingenue vittime (9 le parti offese già individuate), prospettando operazioni finanziare per risollevare le sorti di aziende ed imprese in crisi economica agendo con metodi mafiosi e in quanto espressione delle cosche di ’ndrangheta. Dei Libri, i potenti di Cannavò; dei clan satelliti “Borghetto-Caridi-Zindato”, da sempre leader dei quartieri San Giorgio Extra, Modena e Ciccarello; e di esponenti della cosca Pesce, storica famiglia egemone di Rosarno. Con questo quadro d'accusa 13 persone compariranno davanti al Gup Arianna Raffa dopo la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal Pm antimafia, Stefano Musolino. Per gli inquirenti si tratta di una costola dell'indagine “Alta Tensione” (che si è già sviluppata anche processualmente in due tranche) con contestazioni che sono emerse proprio nel corso del dibattimento in Aula. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio