Dopo aver sparato, uccidendo, si sarebbe lavato con la Coca Cola per non lasciare tracce. Un escamotage che avrebbe consentito di farla franca (almeno nella prima fase) a Francesco Mario Dattilo, uno dei due presunti killer di Bruno Ielo, il tabaccaio ed ex carabiniere ucciso a Reggio il 25 maggio 2017 sulla strada Nazionale all’altezza di Catona-Bolano. Ammazzato perché «non ci stava proprio ad abbassare la testa» di fronte alle richieste estorsive di trasferire il suo locale commerciale, perché concorrente scomodo di uno degli uomini dei clan di Archi. Ad aggravare la posizione di Francesco Mario Dattilo è adesso il collaboratore di giustizia Tonino Filocamo (le cui dichiarazioni si aggiungono a quelle del fratello Daniele Filocamo, anche lui collaboratore di giustizia), imprenditore, esercente di un bar sul viale Calabria a Reggio (a un tiro di schioppo dall'Aula bunker), colui che ingaggiò proprio Dattilo per incendiare un bar concorrente distante poche decine di metri, il “Mary Kate”. Il pentito Tonino Filocamo, interrogato dal sostituto procuratore della Dda di Reggio Stefano Musolino, spiega: "E' lui che me l'ha fatto capire che l'omicidio del carabiniere a Gallico è opera sua". Aggiungendo: "Perché mi ha detto che si è lavato con la Coca Cola dopo... anche se hanno fatto lo stub".