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Minicuci: “A Reggio uccisa la democrazia. Si torni al voto”

Parla il consigliere comunale già candidato a sindaco di Reggio Calabria per la coalizione di centrodestra.

"E’ un quadro triste e sconfortante quello che emerge dalle indagini della Digos e che hanno portato all’arresto di Nino Castorina. Non si tratta di un uomo di secondo piano bensì del capogruppo consiliare del PD, uomo di fiducia del sindaco Falcomatà e consigliere di centrosinistra primo eletto. Come se non bastasse, Castorina era anche il presidente della commissione elettorale comunale, delegato del sindaco Falcomata alla Città Metropolitana nonché membro della direzione nazionale del Partito Democratico". Attacca così il consigliere comunale già candidato a Sindaco di Reggio Calabria per la coalizione di centrodestra.

Quanti interrogativi

"In diverse circostanze abbiamo denunciato non solo pubblicamente ma anche attraverso gli organi competenti alcune vicende ‘particolari’ che si sono verificate nel corso delle ultime elezioni comunali di Reggio Calabria. Oggi, grazie al lavoro di chi ha investigato con determinazione, abbiamo la certezza che le nostre non erano parole al vento. Da un primo riscontro, è emerso infatti che su 100 certificati elettorali duplicati rilasciati ad anziani risultati tra i votanti, gli inquirenti hanno accertato come nessuno di loro si sia recato al seggio elettorale. Inoltre, risulta che i presidenti dei seggi abbiano attestato la loro presenza fisica e dichiarato di conoscerli personalmente. Appare evidente come si sia squarciata la credibilità che i cittadini ripongono nelle istituzioni. La democrazia è stata uccisa, al pari della fiducia di tutti i reggini che si sono recati regolarmente alle urne.  Al termine dello spoglio relativo al turno di ballottaggio, non ho perso tempo nel congratularmi con il sindaco Falcomatà e con il centrosinistra per la vittoria. Oggi mi sento in dovere di ritirare quei complimenti, in quanto la vittoria è stata truccata nel modo più meschino e vergognoso, alle spalle di tutti gli elettori reggini e di chi, come me, per mesi si è speso sul territorio consumando ogni goccia di sudore. Non è possibile fare finta di niente, nascondere la polvere sotto al tappeto e provare ad andare avanti come se nulla fosse. Se un briciolo di dignità è rimasto nel sindaco Falcomatà e nei consiglieri di maggioranza, non esiste strada alternativa alle dimissioni. Reggio Calabria deve tornare al voto, cancellando al più presto una delle pagine più tristi della sua storia recente".

L'attacco finale

"A Lamezia Terme, non dall’altra parte del mondo ma a pochi chilometri da Reggio Calabria - continua Minicuci - il Tribunale Amministrativo Regionale per la Calabria il 10 dicembre scorso ha stabilito che dovranno essere ripetute le operazioni di voto con gli stessi consiglieri e candidati a sindaco dell'epoca nelle quattro sezioni dove emersero solo delle anomalie. Invero, in quelle sezioni alcune schede erano sparite o, durante lo scrutinio, aumentate. A Reggio Calabria in almeno otto sezioni si sono commessi reati gravissimi, da parte di esponenti politici di primo piano del Partito Democratico. Grazie di cuore ai magistrati ed agli inquirenti che siamo sicuri, a breve, faranno piena luce su quanto accaduto. Chiediamo al Ministro degli Interni lo scioglimento del Consiglio Comunale che certamente non è rappresentativo della volontà popolare e la ripetizione delle operazioni di voto. Scoprire oggi in modo ufficiale che alle scorse elezioni comunali si è giocato con un mazzo di carte truccato è un qualcosa di terrificante, che dovrebbe indurre alle dimissioni immediate qualsiasi amministratore dotato di amore per la propria città”.

 

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