A distanza di otto anni dalla morte di Marco Rocco Bombardiere, avvenuta a Bivongi la notte tra il 6 e il 7 gennaio 2012, non si ha la certezza di quale sia l’arma del delitto. È quanto emerso nel corso dell’ultima udienza del processo che si sta svolgendo davanti alla Corte di Assise di Locri dove è imputato Ermando Zannino, che risponde di omicidio preterintenzionale. Secondo l’accusa l’imputato avrebbe cagionato la morte dell’allora 19enne Bombardiere con «tre colpi di arma bianca da punta e taglio all’addome» che avrebbero provocato «un’anemia emorragica acuta a cui seguiva la morte per shock emorragico con arresto cardiocircolatorio». Per la Procura l’arma che ha colpito la vittima è un coltello. E all’epoca un coltello a serramanico è stato rinvenuto sulla scena del crimine mentre un altro, un modello “Glock M78”, simile ad una baionetta, è stato repertato nell’aprile del 2012. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria