Una diagnosi o la cura, magari un intervento chirurgico salvavita. I viaggi della speranza vanno avanti. Non si fermano, anzi sono in aumento. Lo certifica la stessa Azienda sanitaria provinciale nei dati preliminari all’approvazione del bilancio di esercizio. Perché questi viaggi, anche se sono tema strettamente sanitario, hanno un costo. E pure salato. «In conformità a quanto previsto dal dipartimento Salute della Regione - si legge nel documento finanziario approvato nei giorni scorsi dalla commissione straordinaria - la valorizzazione della mobilità passiva (vale a dire i viaggi dei pazienti residenti nell’area metropolitana che scelgono di curarsi fuori regione) extraregionale, internazionale di emoderivati è stata di 230 milioni di euro nel mentre la mobilità attiva (cioè chi al contrario ha scelto di venire a curarsi nel Reggino) è stata stimata per 5 milioni di euro. I dati presentano un dato in peggioramento per la mobilità passiva e un saldo in miglioramento per quella attiva rispetto alla rendicontazione del 2019».
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