«Come ormai spesso accade ho appreso solo stamattina, leggendo i media, di essere indagata, presumibilmente, per truffa. Non ho ancora ricevuto alcuna formale contestazione nell’ambito di un procedimento penale, pendente ormai da oltre due anni, durante i quali l’Autorità Giudiziaria si è attivata attraverso sequestri ed il compimento di vari atti di indagine, che da quanto leggo, sempre sugli organi di informazione, si sarebbero oggi finalmente chiuse. Non conosco, quindi, quali possano essere le accuse nei miei confronti se non attraverso organi di stampa, dai quali apprendo tale notizia, inconcepibile per come si sono svolti i fatti che mi vengono contestati». È quanto scrive, in una nota, l'ex assessore regionale della giunta Oliverio, Mariateresa Fragomeni, in merito a un articolo pubblicato su Gazzetta del Sud.
«Pur confidando sul lavoro della magistratura, mi corre l’obbligo - ha proseguito la Fragomeni - di fornire alcuni elementi, oggettivi e fondamentali, in riferimento alla mia posizione, che dimostrano la mia estraneità alla vicenda. Riporto testualmente quale dovrebbe essere stato, secondo il quotidiano, Gazzetta del Sud, il mio ruolo nei fatti oggetto dell’indagine, ripeto, ormai chiusa: “Ma quello che era stato messo in atto, secondo la Procura e con le accuse che dovranno comunque reggere l’esito di un eventuale processo, sarebbe stato un meccanismo che avrebbe coinvolto diverse persone. A partire dall’ex assessore regionale della Giunta Oliverio e candidata a sindaco del Partito Democratico a Siderno, Mariateresa Fragomeni, commercialista, che viene considerata come socio di fatto dello ‘Studio Radiologico Fiscer’ *che mentre ricopriva il ruolo di delegato regionale al bilancio si adoperava* affinché la Società venisse preferita ad altre ditte creditrici nella scelta delle società con cui transigere, anche in violazione delle disposizioni della struttura commissariale”. Il mio ruolo, a mente di quanto riportato dal quotidiano, sarebbe stato quello, nella mia qualità di Assessore al Bilancio della Regione Calabria di indirizzare la volontà dell’Ente Pubblico a preferire lo Studio Radiologico al fine di individuarlo quale soggetto con cui transigere crediti (asseritamente inesistenti) di cui lo stesso era titolare nei confronti del Sistema sanitario nazionale».
«Ebbene, come si può facilmente verificare, la transazione di cui si parla nell’inchiesta - ha evidenziato la Fragomeni - è stata conclusa nei primi mesi del 2015: il fatto è che la sottoscritta è stata nominata assessore al Bilancio della Regione Calabria, solo nel mese di aprile del 2018, cioè oltre 3 anni dopo la conclusione della transazione. Non solo. Al momento della chiusura della transazione non ricoprivo alcun incarico pubblico. Il mio sgomento, oltre che dall’apprendere di essere indagata, per giunta attraverso la lettura dei media, dipende anche dal fatto che mai nessuno nel corso delle indagini ha sentito la necessità di interrogarmi per ascoltare la mia versione dei fatti. Non posso aggiungere altro proprio perché, non essendomi ancora stata notificata alcuna informazione di garanzia, non conosco, se non nell’ambito della informazione giornalistica, le accuse nei miei confronti e, tanto meno, gli atti di indagine».
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