In origine ci fu “Cemetery boss”, l’inchiesta della Dda sulla gestione ’ndranghetista del cimitero di Modena; poi vennero i presidenti di seggio, che videro materializzarsi davanti ai loro occhi almeno quattro defunti che votarono alle ultime elezioni comunali. Adesso il caso delle “marche da bollo false” apposte sui documenti che attestano il passaggio a miglior vita dei defunti della città. Il caso è stato portato alla luce dall’inquieto Klaus Davi, che non cessa mai di indagare e di essere curioso nel tentativo di restituire a Reggio una parvenza di normalità. «Un bel giorno a fine dicembre, a quanto abbiamo ricostruito in esclusiva – afferma Davi –, Antonio Guerrera, titolare della società Iris operante nel settore servizi per i defunti, riceve una chiamata da un funzionario dell'ufficio competente del Comune che segnalava come ci fossero delle marche da bollo contraffatte apposte sulla documentazione. Marche da bollo di 16 centesimi che sono state trasformate in marche da bollo di 16 euro".
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