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Reggio, dietro ogni transazione dell’Asp si cela una tangente del tre per cento?

Il “pettegolezzo” riferito dall’indagato Barillaro ai magistrati durante un interrogatorio

L'Asp di Reggio Calabria

Se la sanità nel Reggino è sull’orlo del baratro e tutte le sue inefficienze le pagano quotidianamente i cittadini sulla loro carne viva, ci sarà un motivo e ci saranno anche le colpe di chi è chiamato ad amministrarla. L’ultima inchiesta della Procura della Repubblica – chiusa lo scorso 30 dicembre nei confronti di 20 indagati che ruota attorno a un pagamento non dovuto dell’Asp al centro radiologico Fiscer di Siderno – porta in superficie tutto il marcio che ci sarebbe (il condizionale è d’obbligo perché si tratta di fatti che devono essere ancora provati davanti a un Tribunale) all’interno degli uffici dell’Azienda sanitaria provinciale, la più disastra d’Europa.
Nelle pieghe di quell’inchiesta c’è un interrogatorio reso dal dott. Salvatore Barillaro, uno degli indagati che ha rivestito anche un ruolo nello staff della Direzione generale dell’Asp, davanti ai magistrati inquirenti Marika Mastrapasqua e Giulia Maria Scavello che svela fatti e retroscena da rabbrividire sul funzionamento di un’Asp in cui i vari direttori e/o commissari subiscono “pressioni dalla politica”, s’incontrano a comizi politici per parlare tra loro se e come quali fatture bisogna saldare ad alcune aziende prima di altre non si sa bene per quali interessi.

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