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Coronavirus, tra aperitivi e cene carbonare i reggini allergici alle restrizioni

Le violazioni alle regole sembrano essere più organizzate e studiate e per la stragrande maggioranza legate alla voglia sfrenata di andare nei locali

C’è chi non vuole rinunciare all’aperitivo, chi si reca al bar oltre all’orario consentito, chi cerca di spostarsi fuori regione con scuse bizzarre. In tutta l’area metropolitana reggina le dure misure anti coronavirus sembrano essere indigeste. E se durante il primo lockdown le violazioni alle regole erano minori ma allo stesso tempo anche più paradossali (multe sono arrivate per alcuni cittadini che stavano pulendo la verdura in piazza o per altri che stavano dando da mangiare ai gatti randagi), nella seconda ondata sembrano essere più organizzate e studiate e per la stragrande maggioranza legate alla voglia sfrenata di andare nei locali. Ne sanno qualcosa da ultimo i 20 denunciati dalla Polizia Municipale di Reggio che nei giorni scorsi ha fatto irruzione in un esercizio commerciale etnico interrompendo un aperitivo con oltre 20 persone. Stavano lautamente banchettando, nel tardo pomeriggio di ieri, oltre 10 persone tutte dell'est europeo, seduti ai tavoli di un esercizio commerciale di cibo etnico in pieno centro storico, in barba ai divieti previsti dalla normativa anticovid. Ma l'intervento della polizia locale ha bruscamente interrotto il convivio. Cinque di loro sono stati contestualmente generalizzati e sanzionati al pari del titolare dell'esercizio. Per l'attività commerciale è stata immediatamente disposta la chiusura per cinque giorni come previsto dalle disposizioni in materia di contenimento dell'epidemia da covid 19. Sono altresì in corso ulteriori verifiche sulla regolarità amministrativa dell'esercizio.

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