«Sono emerse da subito gravi disfunzioni, in gran parte riconducibili alle sfasate aggregazioni - avvenute nel 2007 e nel 2012 - tra le preesistenti Aziende sanitarie di Reggio, Palmi e Locri, confluite nell’Azienda sanitaria provinciale, soprattutto perché realizzate a seguito di una mera “sommatoria” delle relative strutture senza fare ricorso agli strumenti attuativi normativamente previsti per la “fusione” di aziende». Così scrive il ministero dell’Interno nella relazione dopo lo scioglimento per mafia e dal Viminale aggiungono: i commissari hanno «riscontrato fin dall’inizio diffusa approssimazione organizzativa, gravi irregolarità gestionali e generale carenza di controlli». Nel frattempo è stata effettuata una riorganizzazione del personale avviando anche iniziative disciplinari. In particolare, la commissione ne ha avviato un centinaio, in numerosi casi per assenteismo, restituendo l’immagine di un’Azienda i cui vertici gestionali sono quasi tutti coinvolti in procedimenti disciplinari e/o penali pendenti. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio