Non potrà laurearsi all’Università di Messina ma potrà comunque continuare a studiare all’ateneo di Parma – il più vicino al carcere dove è detenuto in regime di “41 bis” – il figlio del boss Pino Piromalli, Antonio, condannato a 19 anni e 4 mesi nell’ambito dell’inchiesta “Provvidenza”. L’erede al trono del casato più potente di ’ndrangheta aveva presentato, attraverso l’avv. Francesco Calabrese e i legali Chiara Missori e Giulio De Rossi dell’associazione “GiustItalia” che tutela i diritti dei detenuti, un’istanza per iscriversi alla facoltà di Economia dell’Università di Messina con possibilità di sostenere gli esami in videocollegamento. In particolare, Piromalli lamentava il rigetto opposto dal DAP (Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria) all’iscrizione all’università siciliana dove aveva già sostenuto 10 esami e gliene mancavano 4 per conseguire il dottorato in “Economia e Management” evidenziando che, a seguito del diniego, aveva dovuto effettuare il trasferimento all’Università di Parma e subire un doppio pregiudizio: gli sono stati convalidati solo 6 esami sui 10 sostenuti e ha avuto una regressione del corso di laurea dal vecchio ordinamento a triennale. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio