Avanti piano. Ma qualcosa si muove nel mondo oscuro della depurazione reggina. Da anni in attesa di una svolta, dopo la “bomba” giudiziaria venuta a galla con l’inchiesta “Rhegion”, la città si trova ancora sotto i fari perché rientra tra gli agglomerati sottoposti a procedura di infrazione accertata e definitiva con condanna dell’Italia da parte della Commissione Europea. Proprio per questo motivo, dopo la gara milionaria con l’appalto che era stato vinto da “Acciona-Agua” ma con il contratto mai firmato dal Comune, il governo decise di estromettere sia Palazzo San Giorgio che la Regione dalla gestione, avocando a se i poteri e nominando un commissario. Ma nonostante ciò i tempi sembrano lunghi e si dilatano in avanti. Il commissario è anche cambiato ma la procedura va ugualmente a rilento. Qualcosa però si sta muovendo e lo conferma la struttura commissariale che in un report fotografa lo stato dell’arte: «Si sta concludendo l’attività di rilievi e indagine propedeutica alla progettazione degli interventi, che riguardano il potenziamento degli impianti esistenti e la realizzazione di diversi tratti di fognatura attualmente o deteriorati o del tutto mancanti».
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