Una “mazzetta” da 200.000 euro. Tanto pretendeva la cosca Condello da Francesco Berna – titolare della Berna Costruzioni e già presidente regionale dell’Ance –, che nel 2014 stava per iniziare i lavori – nel rione Gallico, periferia nord di Reggio Calabria – per costruire il complesso “Prima Casa”. Il “dettaglio” lo rivela lo stesso Berna ai magistrati antimafia della Dda reggina nel corso di un interrogatorio avvenuto il 09.08.2019 e finito nell’ordinanza “Metameria” del Gip Caterina Catalano. L’imprenditore riferiva che già all’avvio dei lavori, nel 2014, si erano registrate le prime pretese estorsive. Uno dei primi soggetti a presentarsi presso gli uffici della “Berna Costruzioni” era stato Paolo Tripodi, genero di Condello nonché lontano cugino dello stesso Berna, il quale avanzava senza mezzi termini la richiesta estorsiva. Ai magistrati Musolino e Ignazitto, Francesco Berna aggiungeva che nonostante questo preliminare accordo con Tripodi anche altri soggetti avevano avanzato pretese estorsive. Uno di questi era Sebastiano Callea, detto “Nuccio il quale, in uno studio tecnico, lo aveva informato di essere il “referente” per i lavori che di li a breve sarebbero iniziati: «So che dovete fare un lavoro a Gallico, dovete parlare con noi». Berna aggiungeva di aver detto al Callea dei precedenti accordi con la cosca Condello ma questi non aveva voluto sentire ragioni: «No, no, loro non c'entrano, dovete parlare con noi»