L’Azienda sanitaria al riparo dalle aggressioni di centinaia di creditori? Sarà la Corte Costituzionale a deciderlo. Lo ha stabilito il Tribunale amministrativo regionale che in una causa intentata da Villa Sant’Anna per ottenere il pagamento di 500mila euro relativi a prestazioni, deve adesso attendere il responso della Consulta. Il motivo del blocco dei pagamenti è legato all’emergenza coronavirus e in particolare una norma del decreto “Mille proroghe” che è stato convertito in legge. In pratica i creditori che volessero incassare le risorse pretese dovranno mettersi in coda per l’emergenza coronavirus che ha comportato per le aziende del servizio sanitario spese in regime di urgenza e questo mal si concilierebbe con un assalto alle risorse dei bilanci aziendali. Ma nel caso in questione ad esempio un creditore che ha maturato competenze che non sono state pagate rischia di rimanere indietro (peraltro il decreto ingiuntivo di Villa Sant’Anna non è stato opposto e l’Asp non si è- come succede moltissime volte- costituita in giudizio e non ha pagato neppure successivamente alla diffida). Ecco che i giudici amministrativi hanno deciso di rivolgersi alla Consulta per capire se la norma del governo che ha prorogato il blocco dei pignoramenti rispetti la normativa e soprattutto gli interessi in gioco. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio