Dai 14 anni di reclusione disposti dal Gup in primo grado agli 8 anni decisi dai Giudici nel processo d’Appello: praticamente dimezzata la condanna a carico del giovane Simone Bova finito a giudizio per l’omicidio del padre, il tabaccaio Domenico Bova, esercente molto noto in città anche perchè gestiva una storiche rivendite sul Corso Garibaldi, in pieno centro cittadino. La Corte d’Assise d’Appello (presidente Roberto Lucisano, a latere Giuliana Campagna) ha accolto le richieste subordinate della difesa, rappresentata dagli avvocati Giovanna Beatrice Araniti e Francesca Araniti, dichiarando la prevalenza delle attenuanti e riconoscendo l’attenuante della provocazione, riducendo la pena ad 8 anni di reclusione. In primo grado (rito abbreviato) il Gup aveva condannato Simone Bova a 14 anni, previo riconoscimento dell’attenuante della seminfermità mentale (accertata con perizia disposta con incidente probatorio), in regime di equivalenza sulle aggravanti contestategli. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria