C'è anche il dirigente responsabile pro tempore dei servizi cimiteriali del Comune di Reggio Calabria, Carmelo Manglaviti, accusato di aver permesso ai referenti imprenditoriali della cosca di operare pur senza essere titolari di alcuna ditta, nella realizzazione di ogni lavoro edile all’interno del cimitero del rione Modena, tra i sette imputati di “Cemetery Boss” che hanno scelto il processo con rito ordinario. Identica strategia processuale per Nicola Alampi, Massimo Costante, Mirella Patrizia Crisalli, Rosaria Nicolò, Carmelo e Roberto Puleo. Rito abbreviato invece per Franco Giordano, ritenuto dalla Procura distrettuale antimafia tra i vertici della cosca Rosmini; Giuseppe Angelone, Giuseppe Casili, Natale Crisalli, Salvatore Claudio Crisalli, Demetrio Missineo, Cristina Pangallo, Rocco Richini e Giovanni Rogolino. Nell'udienza di ieri il Pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia, Sara Amerio, ha depositato nuovi verbali con le dichiarazioni accusatorie del collaboratore di giustizia “Pino” Liuzzo. Tra i tanti omissis c'è spazio per rafforzare le accuse contro due degli imputati principali.
Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio
Caricamento commenti
Commenta la notizia