Rischia di bloccarsi ancora prima di decollare il processo in Corte d’Assise per l’omicidio di Bruno Ielo, il tabaccaio ed ex carabiniere che sarebbe stato ucciso a Catona la sera del 25 maggio del 2017 nell’ambito di una sorta di scomoda concorrenza tra le rivendite di tabacchi a Reggio nord, al confine tra i quartieri Archi e Gallico. Per l’imputato Francesco Mario Dattilo, che per gli inquirenti sarebbe l’esecutore materiale dell’agguato, non ci sarebbero assolutamente le condizioni ambientali per affrontare un giusto processo né i necessari standard di serenità ambientale. Tre i punti dolenti secondo Dattilo: la dottoressa Ornella Pastore, presidente della Corte d'Assise, va ricusata perché in estrema sintesi negherebbe agli imputati il diritto di partecipare alle udienze in presenza e limitandosi ad autorizzare la partecipazione in videoconferenza nel rispetto delle ordinanze di contenimento della diffusione del Covid-19 assicurando così l'espletamento di ogni forma ed espressione del sacrosanto diritto di difesa; secondo aspetto è la remissione del Foro di Reggio chiedendo di conseguenza il trasferimento ad altra sede processuale (Catanzaro) dove il clima ambientale assicurerebbe maggiori garanzie; terza questione è una richiesta inoltrata al procuratore Giovanni Bombardieri affinché sostituisca il Pubblico ministero che ha coordinato le indagini, Stefano Musolino, perché legato da un ipotetico rapporto di conoscenza personale con la vittima. Tre questioni delicatissime al vaglio degli organi competenti (rispettivamente Corte d’Appello, Corte di Cassazione e Ufficio di Procura). Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio