Truffavano le compagnie assicurative simulando gravi incidenti stradali e intascando indebitamente il sostanzioso premio assicurativo. Decine e decine di sinistri fantasma costruiti a tavolino dalle menti dell'organizzazione, con base operativa proprio a Reggio, che pensava veramente a tutto. Perché per ottenere l’assegno dell’assicurazione che spettava all’automobilista per il danno subito era necessario fare quadrare ogni singolo elemento. Documenti che combaciavano, testimonianze che confermavano la dinamica dell’impatto, fotografie realistiche, certificati medici di strutture pubbliche sulle quali c'era poco da dibattere. E così, giusto i tempi tecnici della ricostruzione dei periti assicurativi, che il risarcimento - anche di 3-4 mila euro - veniva quantificato e recapitato a domicilio.
Per li singoli c’erano ristori di un paio di migliaia di euro ma per l'organizzazione, che beneficiava di una percentuale del 15-20% a pratica fantasma, realizzava affari d’oro, un vero e proprio business dei falsi incidenti stradali. La Procura di Reggio, con provvedimento a firma del sostituto procuratore Nunzio De Salvo, ha chiuso le indagini che adesso vede complessivamente sotto inchiesta 218 persone, la stragrande maggioranza delle quali di Reggio, ma anche tanti compiacenti cittadini stranieri.
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