Quasi 400 milioni di euro di evasione dal 2012 tra Imu, Tari, Tasi. Insomma i reggini non possono certo dirsi un popolo di virtuosi contribuenti. Certo i servizi sono spesso inadeguati e le tariffe che con il piano di rientro sono schizzate ai massimi lo sono ancora di più, ma i risultati sono quelli di una situazione iniqua che finisce per pesare sulle spalle dei pochi che pagano. E se in questi anni la capacità di riscossione ha mostrato parecchie faglie, nel sistema adesso si tenta di apportare dei correttivi. Dal 18 maggio scatta la riscossione coattiva. Uno strumento che nonostante la quantità di utenti morosi continuasse a lievitare l’ente non ha mai adottato.
Ma la città non può più permettersi questo stato di cose, i conteggi dei residui hanno mostrato un trend da profondo rosso. Il momento storico è difficile, l’emergenza covid ha fatto aumentare le sacche di povertà, ma sono gli indigenti a essere morosi? La Hermes, società in house del Comune, guidata dall’amministratore Giuseppe Mazzotta, per provvedere a recuperare una parte dei crediti si è dotata di software e di uno staff di lavoro motivato. L’idea non è quella di vessare cittadini che si trovano una pressione fiscale altissima in un territorio con il reddito procapite tra i più bassi, ma quella di applicare le regole, prevedendo espressamente la possibilità di rateizzare.
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