Reggio

Venerdì 22 Novembre 2024

San Luca, le mire del clan dei “Boviciani” nei paradisi del turismo

Operazione "Platinum Dia"

Dalle stupende e ricche località che lambiscono il lago di Costanza, in Germania, alle altrettanto attraenti coste della Sardegna della “Riviera del Corallo” di Alghero. Pur mantenendo legami, contatti e basi operative e logistiche col proprio paese, San Luca, roccaforte dell’élite della ‘ndrangheta aspromontana, è in queste due località, una italiana e l’altra tedesca, che il potente e ramificato clan dei Giorgi “Boviciani” aveva deciso di gettare le basi. E grazie ai consistenti guadagni derivati dal narcotraffico, avviare e gestire attività commerciali di un certo rilievo e, soprattutto, di sicuri e consistenti guadagni. A certificarlo, con tanto di bolli e firme da parte della Procura nazionale antimafia, della Dia e della Dda di Torino, della polizia tedesca e delle forze di polizia italiane (Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia di Stato), è stata la maxi operazione anticrimine scattata prima dell’alba di mercoledì scorso tra Piemonte, Calabria e Sardegna, denominata “Platinum - Dia”: 30 arresti e decine di perquisizioni e sequestri. Un’inchiesta che oltre a sollevare il coperchio sul “locale” di ‘ndrangheta di Volpiano (Torino) e sulla famiglia Agresta, originaria di Platì, ha prepotentemente acceso, come detto, i riflettori sulla cosca sanluchese dei Giorgi “Boviciani.” La costruzione del mosaico investigativo da parte dei funzionari della Dia prende il via il 20 ottobre 2017 quando a bordo di una “Golf”, insieme con un’altra persona, c’è Antonio Giorgi, classe ‘90, figlio di Domenico, classe ‘63. I due sono diretti nella Locride, ma poco dopo l’ingresso in Italia e annunciano il loro arrivo a un contatto piemontese, Domenico Aspromonte, uno dei nomi cardine dell’inchiesta. Gli inquirenti, difatti, lo descrivono come “partecipe” o “terminale” del locale di Volpiano, con diversi ruoli tra cui quello di «creare e gestire attività di impresa anche mediante l’impiego dei proventi illeciti» dell’associazione. Quello stesso anno Aspromonte si era recato in Germania per partecipare all’Oktober fest: per gli inquirenti quel viaggio nasconde lo scopo «parziale se non prevalente» di «incontrare qualche esponente della famiglia Giorgi dimorante in Germania per concordare un’iniziativa illecita». Riscontro sono le conversazioni telefoniche intercettate tra lui e appunto Antonio Giorgi. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio

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