A chi sono andati i 1.207 vaccini classificati dall’Asp nella categoria “altro”? Che qualcuno li abbia portati sull’Aspromonte per somministrarli a delinquenti in coppola e lupara è un’immagine fuori dal mondo figlia di esagerazioni frutto delle dichiarazioni del commissario Longo alla Commissione parlamentare antimafia, ma che ci sia l’ombra di favoritismi sfociati in corsie preferenziali è un’ipotesi meritevole di approfondimenti.
Le Procure, sempre secondo il commissario ad acta per la sanità in Calabria, avrebbero già acceso i riflettori da Reggio a Locri, passando per la Piana: «Si rimane un po’ perplessi a fronte dei 1.207 vaccinati ed inseriti nelle liste della categoria “altro”; sono stati probabilmente iscritti per errore, in questi casi si dovrebbe prendere tutto l’elenco dei vaccinati assieme al responsabile del centro vaccinale e si deferisce all’autorità giudiziaria».
L’ha detto chiaramente Longo: «È assolutamente disdicevole pensare che si possa vaccinare una persona perché è amica o perché è affiliata a una ’ndrina». D’altronde, parlare di infiltrazioni criminali è come scoprire l’acqua calda in un’Asp sciolta per mafia e fino allo scorso marzo affidata a una commissione prefettizia. E che queste infiltrazioni possano avere influito anche nella somministrazione dei vaccini da parte dei singoli non è da escludere a priori.
Va dunque controllato caso per caso, senza fare di tutta l’erba un fascio né distogliere l’attenzione dall’obiettivo finale della campagna in corso: vaccinare tutti e il più presto possibile (ieri pomeriggio in videoconferenza si è fatto un punto con il generale Saverio Pirro della struttura commissariale nazionale guidata da Figliuolo).
Intanto le dichiarazioni di Longo all’Antimafia rischiano d’innescare un caso politico all’interno della maggioranza di governo.
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