Si è conclusa a Locri con la richiesta di confermare pienamente 19 condanne nel processo d’appello “Mandamento Ionico”, assoluzioni piene, cinque conferme della sentenza di primo grado ma con il riconoscimento della continuazione in relazione a precedenti condanne e due prescrizioni, la requisitoria del sostituto procuratore generale Francesco Tedesco al processo d’appello “Mandamento Ionico”, definito con il rito abbreviato e che riguarda 32 imputati.
Gli imputati
Il dottore Tedesco ha chiesto la conferma delle condanne emesse dal gup distrettuale in relazione ai seguenti imputati: Candeloro Lia (14 anni); Pietro Casili (8 anni); Francesco Raschellà (20 anni); Vincenzo Pedullà (16 anni); Domenico Nucera (14 anni); Stefano Romeo (14 anni); Antonino Romeo (3 anni); Bruno Zucco (20 anni); Domenico Zucco (16 anni); Leonardo Zucco (12 anni); Antonio Leonardo Romeo (14 anni); Domenico Antonio Moio (20 anni); Giuseppe Morabito (16 anni); Giovanni Andrea Cuzzilla (14 anni); Antonio Cataldo classe 1964 (8 anni); Salvatore Ursino (14 anni); Renato Floccari (20 anni); Andrea Floccari (14 anni); Giuseppe Mammoliti (3 anni).
Le altre richieste
Il sostituto procuratore ha altresì richiesto la conferma della sentenza con il riconoscimento della continuazione per: Alberto Latella con la sentenza “Valanidi”; per Giorgio Macrì con “Reale 1”; per Saverio Maesano con “Armonia”; per Antonio Cataldo (classe 1954) per il solo capo a) con le sentenze “Route 106”, “Primavera” e “Dead”; per Francesco Cataldo la continuazione per il solo capo a) con le sentenze “Primavera” e “Dead”, per lo stesso è stata chiesta la riforma della sentenza con l’assoluzione “perché il fatto non sussiste” in relazione a tre capi di imputazione. Chiesta la conferma della sentenza, ma con riforma della condanna a 14 anni di reclusione, per Francesco Pangallo. La Procura ha chiesto la rideterminazione della pena in 18 anni per Rocco Perre, nei confronti del quale si esclude un’aggravante e si richiede l’assoluzione per un capo di imputazione. Altra pena rideterminata riguarda quella nei confronti di Pasquale Barbaro a 15 anni e 6 mesi, con assoluzione per un capo di imputazione. Mentre si chiede la rideterminazione a 15 anni per Attilio Giorgi, con assoluzione di un capo di imputazione. Inoltre, nei confronti di Pasquale Aligi e Francesco Trimboli la Procura reggina, previa esclusione dell’aggravante contestata, ha chiesto la riforma della sentenza con dichiarazione di intervenuta prescrizione. Infine è stata chiesta l’assoluzione con la formula “per non aver commesso il fatto” per Lorenzo Domenico Stelitano e Leonardo Ursino. La Corte di Appello di Reggio Calabria, (presidente Tarzia, a latere Barillaro e Di Landro), ha rinviato il processo all’udienza del 28 maggio per gli interventi delle difese.
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