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Reggio, in Prefettura il tavolo tecnico sull’emergenza Arghillà

Martedì la riunione con il Comune, l’Aterp e il mondo associazionistico

Case popolari a Reggio

È una polveriera sociale, un luogo in cui lo stato di diritto sembra essere sostituito da altre logiche. Una realtà in cui si respira disagio. La questione di Arghillà torna in Prefettura. Martedì è stato convocato al Palazzo territoriale del Governo un tavolo tecnico richiesto da Libera e dalle associazioni che tentano con ogni strumento di riannodare le trame di un tessuto sociale disgregato. Non può dirsi un caso se il nuovo arcivescovo metropolita, mons. Fortunato Morrone abbia scelto Arghillà per una delle sue prime visite. All’incontro a cui pare che potrebbe presenziare anche il sottosegretario Dalila Nesci, interverranno il Comune e l’Aterp le istituzioni che con diversi ruoli sono presenti sul territorio in cui sono concentrati gli edifici di edilizia pubblica, quelle costruzioni che avrebbero dovuto rappresentare la risposta al diritto agli alloggi per le fasce più fragili. Ma nel tempo si è assistito al dilagare delle occupazioni abusive. È una prassi, quella delle case rubate che ad Arghillà ha attecchito e fatto scuola. Lo sanno bene i legittimi assegnatari degli alloggi che si sono visti “scavalcati” da chi ha forzato un portone e ha fatto della casa di qualcun altro la propria abitazione.

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