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Reggio, il capo ai pusher ribelli di Sbarre: «Calateli nell’acido a tutti e due»

Tra le imputazioni un sequestro di persona per il furto di una manciata di dosi

Non solo spaccio e affari di droga nell’indagine “Sbarre”, che dal 12 luglio passerà al vaglio del Gup Federica Brugnara. Tra le imputazioni spicca la vicenda di inaudita violenza ad una cellula della gang pronta a tutto pur di riavere indietro il profitto di una ventina di dosi di cocaina (per un valore quantificato in 2.000 euro) che due ragazzini pusher, 13 anni o poco più, tossicodipendenti, avevano audacemente progettato - riuscendoci - di rubare dai nascondigli che l’organizzazione aveva ricavato tra i ruderi del loro quartiere generale criminale. Un bottino di droga che gli stessi giovanissimi di Sbarre avevano poi rivenduto per intascare il denaro extra.

Tra i presunti aguzzini, intercettati dai Carabinieri, uno dei capi della gang si rivolge ad uno dei suoi complici: “Calateli nell'acido a tutti e due, non voglio sapere più niente, ed ammazzateli a tutti e due”. Un'ipotesi di reato per cui rispondono in concorso Giuseppe Chillino, Gabriele e Andrea Foti, Anouar Azzazi, coloro che avrebbe preso parte al sequestro di persona di due minorenni colpevoli di aver rubato delle dosi di cocaina.

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