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Caos rifiuti a Reggio, la Regione ora fa rotta su Crotone

Si batte un’altra strada per uscire dal guado

Il fumo nero causato da rifiuti che bruciano nel rione Marconi di Reggio Calabria

La Regione trova un’ulteriore valvola di sfogo per i rifiuti. L’obiettivo è strappare Reggio, ma anche gli altri territori più o meno in difficoltà, all’emergenza in cui sono piombati da settimane. Già la soluzione dell’invio del tal quale in Puglia ha dato un po’ di ossigeno, consentendo anche l’attivazione di un piano straordinario di raccolta in riva allo Stretto; adesso viene aperto anche un canale parallelo per lo smaltimento di parte dei resti di lavorazione nella discarica privata di Crotone. Tutto è organizzato in una nuova ordinanza firmata mercoledì sera dal presidente facente funzioni, Nino Spirlì. La premessa è chiarissima: «I conferimenti in siti extra-regionali, che la Regione ha reperito in sostituzione degli enti inadempienti, possono sopperire solo in parte, peraltro a prezzi esorbitanti, alla mancata entrata in esercizio della discarica di Melicuccà e alla interruzione del servizio pubblico di smaltimento nella discarica di Cassano allo Ionio e nella discarica di San Giovanni in Fiore, causata dai ritardi dei soggetti competenti». E prosegue in maniera ancor più eloquente l’ultima ordinanza in tema di emergenza rifiuti: «L’interruzione dei conferimenti nelle discariche pubbliche di San Giovanni in Fiore e di Cassano, nonché la situazione di saturazione degli impianti di trattamento dei rifiuti urbani nell’Ato Cosenza e nell’Ato di Reggio Calabria, con gli spazi per lo stoccaggio oramai esauriti, determinerà l’interruzione del servizio pubblico e gli impianti di trattamento non potranno più accogliere i rifiuti raccolti nei Comuni, tantomeno fare fronte all’aumento di produzione della stagione estiva, con i maggiori picchi da metà luglio sino alla fine del mese di agosto». Ecco perché «la situazione di criticità, particolarmente grave nella Città Metropolitana di Reggio Calabria e nell’Ato Cosenza, investe tutto il territorio regionale» e, dunque, la soluzione non può che essere complessiva.

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