Sette condanne – con punte, severissime, per i tre principali imputati: 16 anni e 4 mesi di reclusione per Antonio Laurendi; 14 anni per Paolo Falco; 12 anni per Francesco Toscano - nei confronti degli imputati (filone con rito abbreviato) del processo “Cassa continua”, l’operazione dei carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria che ha incastrato una cellula della ’ndrina Labate che avrebbe effettuato estorsioni a tappeto nel quartiere Gebbione e di fatto gestito il monopolio del settore delle onoranze funebri.
All'Aula bunker di Reggio la sentenza del Gup, Giovanna Sergi, che ha sostanzialmente accolto le richieste del Pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia, Diego Capace Minutolo. Nello specifico, a vario titolo, le accuse comprendono l’associazione di tipo mafioso «per avere stabilmente fatto parte della struttura organizzativa visibile dell'associazione denominata ’ndrangheta», illecita concorrenza; detenzione illegale di armi e munizioni (anche da guerra); ricettazione, trasferimento fraudolento di valori. Ipotesi di reato aggravate dalle modalità mafiose.
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