Emilio Molinetti e Marco Geria sono di Archi e hanno entrambi 31 anni. All’alba di lunedì sono stati arrestati dalla Polizia per ordine del gip Vincenzo Quaranta, il quale ha ritenuto valida la ricostruzione operata dai magistrati antimafia della Dda reggina che ritengono i due giovani come i presunti esecutori del tentato omicidio di Franco Giorgio Benestare avvenuto lo scorso 26 maggio.
Un tentato omicidio di ’ndrangheta fragoroso, perché consumato nei confronti di un “pezzo grosso” di Archi, rione-simbolo delle cosche reggine, con modalità (un incidente stradale) che agli occhi dei più poteva passare anche per una mera fatalità. Un banale incidente avvenuto poco prima di mezzogiorno in un viottolo di Archi commesso da «uno sfasato» (cosi come ha riferito dallo stesso Benestare mentre era ricoverato in ospedale agli investigatori) avrebbe ridisegnato la geografia della famigerata cosca Tegano senza lasciare tracce. Senza una firma. E, invece, quella firma l’hanno scoperta i magistrati e gli investigatori della Polizia che hanno fatto luce su un disegno raffinatissimo per eliminare il boss in maniera “delicata” quasi senza destare sospetti: un furgone rubato e poi bruciato nello Scaccioti, l’accurato pedinamento della vittima, l’incidente che non è stato mortale solo per cause fortuite, l’incendio alcune telecamere per evitare spiacevoli sorprese, un’azione militare condotta senza lasciare nulla al caso ma tutto curato nei minimi dettagli.
Troppo, perché due giovani arcoti possano avere fatto tutto da soli. E allora la domanda che gli inquirenti si staranno ponendo è una sola: chi ha ordito questo piano diabolico?
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